CENTRO CIVICO A VILLACIDRO, VMC, 2014
Il comune di Villacidro promotore del concorso per la costruzione di un nuovo centro civico polifunzionale nell’area dei giardini di pertinenza dell’ex seminario arcivescovile, ha elaborato una serie di studi preliminari che hanno evidenziato tutti gli aspetti di rilevanza economico sociale che il progetto può generare, e dove è stata attentamente valutata sotto i diversi punti di vista la possibile convenienza anche sociale dell’intervento. Tenendo conto dell’esigenza di favorire la migliore fruizione della struttura e le maggiori possibili ricadute sul territorio del Medio Campidano, è emersa una domanda effettiva e potenziale di fruizione degli interventi che mirano alla realizzazione di una struttura polifunzionale, un laboratorio di cultura che non si limiti ad episodiche occasioni di spettacolo, già presenti nei comuni circostanti, ma favorisca l’ideazione di progetti specifici che potranno essere promossi dalle varie associazioni e imprese che agiscono sul territorio, con lo scopo di immettere nel sistema urbano una funzione oggi assente e fortemente richiesta da tutto il sistema del parco culturale Giuseppe Dessì.
L’area, posta al limite dell’abitato storico, offre l’occasione di “disegnare” un nuovo limite urbano e, al contempo, pone il tema della connessione con il centro cittadino e con la rete infrastrutturale.
Il progetto coglie la duplice opportunità, offerta dal programma funzionale e dalla localizzazione dell’area messa a disposizione, di intervenire tanto sugli aspetti architettonici quanto sulle sue rilevanze urbane e territoriali. Esso risponde inoltre alla richiesta di un organismo polifunzionale che, soddisfacendo alle esigenze di carattere funzionale, offre alla comunità di Villacidro un edificio istituzionale altamente rappresentativo, capace di evidenziare il proprio ruolo ed al contempo costituire riferimento urbano e simbolico per lo spirito comunitario.
L’area di progetto si caratterizza come uno spazio di notevole interesse storico e paesaggistico, in quanto negli ultimi secoli si è qualificata come la pertinenza storica prima dell’antico palazzo della famiglia nobile dei Brondo e successivamente dell’episcopio, sede estiva del Vescovo della Diocesi di Ales, di cui va garantita la leggibilità e la fruizione dell’orto storico.
Da sempre quest’area ha avuto una destinazione d’uso legata all’agricoltura di qualità (soprattutto alberi da frutto) perno tra lo spazio urbano storico compatto e l’isca (dal latino iscla, la zona coltivabile) a nord del Rio Fluminera, in particolar modo con la Piazza Rondò ed il Parco pubblico comunale.
Alla piccola scala è presente un tessuto costruito carente di aspetti significativi che presenta una ridotta omogeneità d’assieme con cui confrontarsi. Ciò ha orientato la progettazione verso un edificio che, con un linguaggio contemporaneo, adottasse forme e materiali compatibili col contesto.
La riconoscibilità del nuovo centro polifunzionale e la sua rappresentatività sono ottenute non solo tramite il linguaggio dell’architettura ( l’uso delle forme dei materiali e delle dimensioni che evocano la cifra pubblica e “monumentale” del manufatto) ma anche grazie alla stretta relazione che lega l’organismo edilizio con il giardino storico terrazzato cosiddetto “orto del seminario” ed agli spazi aperti di valenza urbana.
L’analisi approfondita dell’area assegnata per il concorso e del contesto di riferimento hanno confermato l’opportunità di concepire un edificio semi-ipogeo con una copertura a verde praticabile che risulta particolarmente integrato nel pendio del giardino a balze che degrada da ovest vs.est.
Una soluzione di questo tipo permette infatti un migliore inserimento nel contesto paesistico, una ottimizzazione e salvaguardia delle superfici a verde e di uso pubblico, nonché la possibilità di realizzare un edificio con elevati livelli di confort, rendimento energetico e minimizzazione dei costi di esercizio e manutenzione.