NUOVA SEDE MUNICIPALE A TRAVACO' SICCOMARIO, PV, 2013
con D.Capoluongo e C.Fumagalli
Il progetto risponde alla richiesta di un organismo polifunzionale per una nuova sede municipale che, soddisfando le esigenze di carattere funzionale, offra alla comunità un edificio istituzionale altamente rappresentativo, capace di evidenziare il proprio ruolo ed al contempo costituire riferimento urbano e simbolico per lo spirito comunitario.
Un organismo architettonico preciso ed autorevole e nuovi spazi aperti sull’area che interagiscano con l’edificio stesso, per accrescerne la valenza e favorirne uso ed accessibilità.
L’idea fondativa del progetto consiste nel riunire i principali elementi funzionali previsti dal programma (il corpo edilizio su tre piani che ospita gli uffici municipali e le relative funzioni complementari e di supporto del salone polifunzionale, con il palco ed i servizi di teatro, e della biblioteca) entro un unico organismo edilizio estremamente compatto, organizzato attorno ad una grande corte urbana ed evocativo del “genius loci” facendo riferimento direttamente alla tipologia della cascina.
Il progetto intende cogliere la duplice opportunità, offerta dal programma funzionale e dalla localizzazione dell’area messa a disposizione, di intervenire tanto sugli aspetti architettonici quanto sulle sue rilevanze urbane e territoriali. La riconoscibilità del municipio e la sua rappresentatività sono ottenute non solo tramite il linguaggio dell’architettura ( l’uso delle forme dei materiali e delle dimensioni che evocano la cifra pubblica e “monumentale” del manufatto) ma anche grazie al rapporto urbano che lega l’organismo edilizio agli spazi aperti di pertinenza, dove l’area, posta al margine dell’abitato, offre l’occasione di “disegnare” un nuovo limite urbano e, al contempo, pone il tema della connessione con il paese e con la rete infrastrutturale..
Un passaggio coperto introduce alla corte interna dove sono collocati tutti gli ingressi alle varie funzioni, situandosi sull’asse visivo che collega idealmente lo spazio urbano esistente con quello nuovo. Questo semplice schema ideativo, che permette di assicurare la necessaria indipendenza ai diversi spazi garantendo al contempo la massima aggregazione delle funzioni di uso comune, è reso possibile, sotto il profilo tipologico, dall’introduzione di una piazza coperta, intermedia e baricentrica rispetto alle varie attività. Essa consente una ricchezza di sistemi distributivi che oltre ad innalzare la qualità architettonica degli spazi interni, favoriscono la condivisione positiva degli spazi da parte dei vari utenti, durante le varie ore della giornata e permettono di conferire allo spazio pubblico antistante un significativo ruolo urbano contribuendo ad accrescere il valore simbolico e rappresentativo dell’edificio.
La presenza di un patio favorisce la penetrazione della luce naturale nel cuore dello spazio coperto stesso e introduce un elemento naturale positivo.
Una serie di chiusure vetrate interne garantiscono la continuità visiva degli spazi e la diffusione della luce naturale assicurando l’indipendenza degli accessi e dei percorsi distributivi.
La composizione piuttosto articolata dei tre volumi che caratterizzano il nuovo organismo, fa da contrappunto alla scelta di limitare a pochi materiali l’immagine delle facciate che quindi favoriscono una immagine di compattezza e ne fissano il carattere.
Le parti basamentali recuperano la memoria del materiale classico della campagna pavese, il mattone che qui viene composto con pannellature e rivestimenti in pietra chiara di travertino e con elementi di rivestimento a pannelli prefabbricati trattati con colori ossidi scuri.
Le tipologie delle aperture assecondano i diversi trattamenti di facciata e si collocano sul filo esterno delle superfici di facciata a sottolineare, di nuovo la compattezza dell’involucro edilizio.
Se sul fronte esterno l’edificio risulta molto chiuso e protetto, le funzioni pubbliche della biblioteca, del salone e dell’atrio affacciano sulla corte interna con ampie aperture, protette negli affacci sud da elementi di schermatura verticale, che favoriscono un più ampio rapporto fra attività interna ed esterna.